American Sniper (2014) è l’ultimo film diretto e prodotto da Clint Eastwood, attore, regista, produttore, certamente tra le figure più note, versatili e prolifiche del cinema americano, vincitore negli anni di numerosi premi e riconoscimenti tra cui spiccano per prestigio i 4 premi Oscar equamente distribuiti tra Gli spietati (1992) e Milion Dollar Baby (2004).
La trama di American Sniper si basa sull’autobiografia di Chris Kyle, qui interpretato dall’ottimo Bradley Cooper, già volto noto della goliardica trilogia Una notte da leoni (2009 – 2013) e del thriller Limitless (2011).
Texano dagli occhi di ghiaccio e di falco, nel 1999 Chris
Kyle decide di arruolarsi tra le forze speciali dei Navy Seal spinto dalla vocazione
di essere utile al suo paese; vocazione che nel caso di Kyle sembra assumere
quasi i caratteri della predestinazione, almeno stando alle parole di suo padre
che fin dall’infanzia gli ricorda che è nato cane pastore di gregge, ed in
quanto tale destinato a proteggere i più deboli dalle orde di lupi famelici che
imperversano per il mondo.
Già nel periodo dell’addestramento Kyle dimostra di avere la
stoffa del buon tiratore, ma è la cruenta esperienza nel turbolento Iraq post
2003 a consacrarne l’incredibile abilità dietro il mirino: 6 anni, 1000 giorni,
quattro turni, un bottino certificato di 160 bersagli abbattuti; Kyle diventa
il cecchino più letale della storia degli Stati Uniti, con la fama di leggenda
vivente ed una taglia considerevole appioppata sul capo dai nemici.
Il nemico più grande, tuttavia, è in agguato proprio tra le
mura amiche domestiche, dove nemmeno l’amore della bella moglie (Sienna Miller)
e l’affetto dei bambini, sembrano poter scacciare dagli occhi e dalla mente del
reduce i mille orrori che la guerra ha impresso dentro di essi.
Candidato a ben 6 premi Oscar, il film non manca di dividere
la critica e il grande pubblico tra chi grida al capolavoro e chi non esita a
tacciare Eastwood di eccesso di patriottismo e di una visione troppo
accomodante sulle conseguenze della politica internazionale americana.
Spogliata per un attimo della bandiera a stelle e strisce
che la avvolge, l’opera resta senz’altro una prova di spessore quanto a regia e
recitazione; lucida, sobria, a tratti crudele, difficilmente lascerà
impassibili considerata la forza dei temi affrontati, rivelandosi non la
semplice vicenda di un soldato e del suo ritorno a casa, ma un crudo spaccato
della guerra nella sua tremenda, incomprensibile follia.
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