Dal regista di Magnolia (1999), Il petroliere (2007) e The Master (2012), è uscito nelle sale italiane il 26 febbraio l'ultimo (settimo) lavoro del giovane regista Paul Thomas Anderson ; trattasi del lungometraggio Vizio di forma (Inherent Vice), basato sull'omonimo romanzo di Thomas Pynchon .
La trama, rivisitata dallo stesso P.T. Anderson, è ambientata a Los Angeles alla fine degli psichedelici anni '60. Il protagonista è l'investigatore privato Larry "Doc" Sportello, marijuana-dipendente, abitante di quella costa della California, Gordita Beach, dove si trovano gli ultimi portavoce del sogno hippy americano. Doc viene informato dalla sua non ancora dimenticata ex ragazza, Shasta, di un intrigo che coinvolge l'attuale amante di lei, il miliardario Mickey Wolfmann, e la moglie di questi. Senza indugi l'uomo accetta l'incarico e da quel momento si catapulta in un viaggio alla ricerca della verità, in un labirinto di bizzarri quanto stravaganti personaggi, le cui storie si intrecciano fino a risolvere il lungo puzzle (148 minuti) della vicenda, il tutto accompagnato da una voce narrante femminile.
Vizio di forma è la seconda collaborazione del regista con l'attore Joaquin Phoenix , indimenticabile antagonista di Russell Crowe ne Il gladiatore (2000), grande interprete di Johnny Cash nel biopic Quando l'amore brucia l'anima (2005), ed infine in Lei (2013) di Spike Jonze . Del vasto cast del film ricordiamo Katherine Waterston , nel ruolo di Shasta, Reese Witherspoon nei panni della nuova fiamma ad intermittenza di Doc, nonché vice procuratore distrettuale. Tra i volti maschili di rilievo troviamo Benicio Del Toro, trucido avvocato di Doc; Josh Brolin invece è il detective della polizia amico-nemico "Bigfoot" ; infine Owen Wilson nei panni di infiltrato della polizia con il desiderio di tornare ad una vita normale.
Film non facile per il regista il quale ha dovuto lavorare parecchio per scrivere la sceneggiatura traendola dalle 384 pagine del libro più "accessibile" dello scrittore: Pynchon è riconosciuto come uno dei massimi esponenti del postmoderno in letteratura, il suo stile è caratterizzato da una scrittura molto complessa ed un'alta densità di informazioni in aggiunta alla onnipresente paranoia che aleggia tra i suoi personaggi. Nonostante le difficoltà della trasposizione cinematografica, P.T. Anderson si è superato facendo ciò che nessuno aveva mai fatto prima e, per questo, gli si deve riconoscere un grande merito. Fuori del comune rimane, inoltre, l'interpretazione di Joaquin Phoenix che, a nostro avviso, avrebbe meritato più attenzione agli Oscar ed ai Golden Globe.
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