Oltre che creatore della serie tv a cartoni animati degli anni '90 Beavis and Butt-Head , Mike Judge è anche regista di lungometraggi come Impiegati... male! (1999) con Jennifer Aniston ed Extract (2009) con Jason Bateman . Tra questi due pellicole, il regista dà vita anche ad una commedia socialmente satirica su un futuro non poi così impossibile, ritratto di una società allo sbaraglio e in mano a dei perfetti idioti. Parliamo di Idiocracy (2006).
L'archivista militare Joe Bauers nel 2005 viene scelto per un esperimento di ibernazione insieme a Rita, una prostituta desiderosa di sfuggire al proprio protettore, la quale, come il soldato, non ha parenti stretti e di conseguenza, se l'esperimento dovesse andare male, nessuno li verrà mai a cercare. Citando la legge di Murphy « Se qualcosa può andar male, andrà male. » , le cose vanno effettivamente nel verso sbagliato, così un esperimento che sarebbe dovuto durare un anno viene dimenticato da tutti e i due protagonisti si risvegliano dall'ibernazione 500 anni dopo. Come nella serie televisiva a cartoni animati Futurama lanciata il 28 marzo 1999 (dove però sono trascorsi 1000 anni), il mondo è cambiato parecchio, ma non in meglio bensì in peggio, a tal punto che i nostri due protagonisti (considerati "nella media") si ritrovano ad avere un QI di gran lunga superiore anche al più intelligente degli esseri umani. Il mondo è allo sbando, i rifiuti non riescono ad essere smaltiti, la siccità è ovunque, e le persone sono talmente stupide da non risolvere il più piccolo dei problemi tanto sono lobotomizzate dalla televisione, ormai divenuta l'unica fonte di sapere. Toccherà ai due protagonisti risollevare le sorti dell'umanità che li aveva abbandonati al loro destino, sottovalutandone le capacità.
I due attori di questa commedia satirica sono il meno famoso membro della famiglia Wilson, Luke Wilson , interprete di un film da noi già recensito, I Tenenbaum (2001), e Maya Rudolph , protagonista della commedia in rosa Le amiche della sposa (2011).
Il regista distrugge l'idea che abbiamo di un futuro migliore in quanto vede nel presente già i difetti che potrebbero far crollare la nostra società; così facendo ci mette in guardia e ci ammonisce sui possibili rischi di una umanità al collasso, dominata dalle multinazionali, sommersa dall'immondizia, soggiogata dalla tv. Il film da un lato ci fa riflettere sull'impoverimento culturale, ma si perde nella commedia demenziale e rende meno esasperato l'ipotetico futuro che ci attende.
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